La mostra, promossa e finanziata dal Comune di Albissola Marina, con il contributo della Fondazione Agostino De Mari, è a cura di Luca Bochicchio, con la collaborazione di Serena Aschero, Stella Cattaneo, Diego Drago
Un progetto corale, che affronta particolari aspetti dell’opera di un maestro italiano dell’arte e della cultura del Novecento: Mario Rossello. Un progetto che asseconda la vocazione del MuDA, il Museo Diffuso di Albissola Marina, dislocando l’esposizione in diverse sedi, pubbliche (Centro Esposizioni, Fornace Alba Docilia, Casa Museo Jorn) ma anche private aderenti al MuDA (Balestrini Centro Cultura Arte Contemporanea).
La mostra Visione Postumana affronta alcuni aspetti centrali nella poetica di Mario Rossello, primo fra tutti il confronto fra “natura” e “civiltà delle macchine”. Come cambia l’idea e la sostanza della natura nel mondo industrializzato e urbanizzato contemporaneo? E come cambia, di conseguenza, il ruolo dell’uomo, conteso, quasi schiacciato tra natura e tecnologia? Sono questi alcuni degli interrogativi fondamentali che Rossello si pose in anticipo rispetto alle spinte sociali, filosofiche e politiche dell’ecologismo degli anni ’60-’70. Nella convinzione che l’arte in ogni epoca sia un dono dell’uomo all’uomo, per riflettere sulla sua esistenza e sul suo rapporto con il mondo, proponiamo con questa mostra, e grazie a Mario Rossello, una lettura sulla nostra attuale condizione effettivamente “postumana” giocata sul dialogo spesso conflittuale tra uomo, natura e tecnologia. Il percorso espositivo si snoda nelle diverse sedi focalizzandosi di volta in volta su una tematica chiave dell’opera di Rossello: la figura umana in cerca di nuove aggregazioni con la natura e la macchina (Oltre Uomo), ibridazioni totemiche e robotiche verso una riconciliazione simboleggiata dall’albero (Città Macchina Albero), una natura bucolica e selvaggia (Oltre Natura), tutti elementi che vengono riproposti anche nel design d’interni (Un’Idea di Design).
Mario Rossello (Savona 1927-Milano 2000) è stato un protagonista dell’arte italiana del secondo ‘900. Nonostante nella maturità l’artista abbia vissuto prevalentemente a Milano e Parigi, fin dall’esordio nei primi anni ’50 la sua presenza ad Albisola è stata costante nel tempo. Rossello era infatti un attivo membro di quella “comunità” artistica internazionale che ad Albisola, fra anni ’50 e ’60, raggiunse il suo culmine. Negli anni successivi alla morte di Lucio Fontana (1968), Tullio d’Albisola (1971), Asger Jorn (1973) e Wifredo Lam (1982), Rossello rimase fino alla fine del secolo, con il suo grande amico Agenore Fabbri, fra i pochi testimoni attivi di quella grande stagione di ricerca internazionale e collettiva. La sua opera è oggi conservata in numerosi musei d’arte moderna e contemporanea e in sedi pubbliche.