La rassegna espositiva TERRA! – a cura di Andreina d’Agliano e di Luca Bochicchio – rappresenta il completamento del progetto di rete La terra di mezzo. La via della ceramica tra Liguria e Piemonte, voluto dall’allora Presidente Guido Neppi Modona dall’idea guida di Christiana Fissore Direttrice del Museo. Per la realizzazione del progetto, generosamente sostenuto e promosso dalla Compagnia di San Paolo, si è costituito un comitato tecnico che ha pianificato le azioni e ha conseguito, nell’arco di circa tre anni di lavoro, le finalità interregionali del progetto stesso. Il comitato, con il coordinamento di Claudia Abbina, è stato costituito dai sopra citati Presidente della Fondazione Museo della ceramica di “Vecchia Mondovì” Guido Neppi Modona (al quale è subentrata Andreina d’Agliano) e la Direttrice Christiana Fissore, dalla Direttrice dei Musei Civici di Savona Eliana Mattiauda, dall’ Assessore alla cultura del Comune di Albissola Marina Nicoletta Negro, da Maddalena Gambino dell’ufficio cultura di Albissola Marina, dall’Assessore alla cultura di Albisola Superiore Giovanna Rolandi e dal funzionario del settore cultura di Albisola Superiore Cinzia Pantano, dall’Assessore alla cultura del Comune di Mondovì Mariangela Schellino e dal funzionario del Comune di Mondovì Alessandro Bracco. Nata in seguito alla collaborazione tra il Museo della Ceramica di Mondovì e i quattro Comuni di Savona, Mondovì, Albissola Marina e Albisola Superiore, la rete della TERRA DI MEZZO si articola su una comune identità culturale ceramica, basata inizialmente sulla produzione della maiolica nelle località di Savona e di Albisola e poi, agli inizi dell’Ottocento, sull’esportazione della manodopera fra Savona e Mondovì che diede vita al distretto industriale monregalese della terraglia. Da più di cinquecento anni la “terra” costituisce per il savonese un inestimabile patrimonio artistico e commerciale, cui anche il Piemonte attinse per organizzare la sua produzione ceramica: basti pensare alla manifattura del Regio Parco iniziata nel 1646 o alle committenze sabaude ai Guidobono alla fine del XVII secolo. I dati archivistici documentano importanti presenze liguri e francesi a Torino. Una mostra finale a suggello del progetto non poteva quindi prescindere dalla capitale sabauda, dove dal 1725 durante il regno di Vittorio Amedeo II sorse una nuova manifattura di maiolica, quella di Giorgio Giacinto Rossetti. Ma fu la porcellana a conferire a Torino, già animata dagli artisti del cantiere juvarriano, quella predominanza tecnica che ne fece un centro di riferimento ceramico: nel 1737 Giorgio Giacinto Rossetti riuscì a produrre una porcellana di tipo tenero, simile a quella francese. Dalla vicina Castellamonte giungeva la “terra bianca” per la fabbricazione delle porcellane. Il nome della città era già conosciuto soprattutto per la terracotta rossa, che ha dato continuità alla sua produzione artistica dall’antichità fino ai giorni nostri. Nell’Ottocento e poi ancor più nel Novecento e negli anni Duemila, gli scambi e i contatti tra artisti, manifatture e industrie legati alla ceramica si sono via via trasformati e intensificati fra Piemonte e Liguria. Nuove forme di collaborazione e di condivisione vedono oggi coinvolti artigiani, artisti e designer insieme a enti pubblici e privati – come Fondazioni, Comuni e Musei – nella ricerca e nella comunicazione della cultura ceramica antica e contemporanea. Da queste considerazioni risulta di evidente importanza mettere in luce con una mostra i diversi collegamenti tecnici e tematici fra Liguria e Piemonte. La rassegna espositiva ideata a chiusura del progetto “Terra di Mezzo” si articola sulle sei sedi che in qualche modo sono state protagoniste di questo circuito ceramico, emblematico non solo della produzione ligure-piemontese ma anche dei diversi collegamenti artistici con la Francia del Sud – basti pensare a Giacomo Boselli, agli scambi fra il Nord Europa, Albisola e Vallauris a metà Novecento e, in tempi più recenti, ai progetti internazionali di residenze per artisti. Le sei mostre sono documentate da un unico catalogo edito da Gli Ori (Pistoia).