a cura di Luca Bochicchio
Casa Museo Jorn apre la programmazione artistica autunnale con una sala dedicata all’intervento di Alessandro Roma (Milano 1977). Il Museo Diffuso di Albissola Marina (di cui Casa Museo Jorn fa parte) è una rete museale pubblica che vede la straordinaria partecipazione di sedi e collezioni storiche private. Una di queste realtà, la manifattura ceramica Giuseppe Mazzotti 1903, ha aderito e contribuito a questo progetto, fornendo ad Alessandro Roma il supporto tecnico e materiale per la realizzazione di due sculture inedite.
Lo Studio di Jorn (una suggestiva stanza al primo piano di uno dei due antichi edifici che, insieme al giardino, componevano la residenza italiana dell’artista danese) ospita un’installazione frutto del più recente lavoro di contaminazione portato avanti da Roma in una serie di residenze che hanno toccato tre importanti città della ceramica italiane: Albissola, Faenza e Montelupo Fiorentino.
A differenza di Faenza e Montelupo, dove Roma ha partecipato a specifici programmi di residenza (organizzati rispettivamente dal MiC, e dalla Fondazione Museo della Ceramica di Montelupo), ad Albissola l’artista è giunto nel lontano 2011 seguendo una tendenza che è oramai divenuta prassi: quella cioè inaugurata dagli artisti dell’avanguardia nei primi decenni del secolo scorso, i quali in modo spontaneo, sulla scorta di rapporti personali e del loro interesse per la ceramica, si recavano ad Albissola per produrre il proprio lavoro presso i laboratori e i forni degli artigiani e delle fabbriche locali.
Ad Albissola Marina Roma ha dunque lavorato, in diversi periodi nel corso degli ultimi sette anni, presso una delle manifatture che ha costruito la propria identità sul rapporto tra artigianato, avanguardia e design: la Giuseppe Mazzotti 1903. L’intervento è stato pensato per Casa Museo Jorn in contemporanea con la mostra personale al MiC di Faenza (Vertigo. Walking on the edge of the tone, a cura di Irene Biolchini, fino al 21 ottobre). Si tratta di una singola installazione che comprende due sculture in ceramica realizzate ad Albissola la scorsa estate, mai esposte prima d’ora, e una serie di tessuti dipinti che andranno a modificare la percezione dello studio di Asger Jorn. Il titolo dell’intervento, PROCESS AND FORM, sigilla in qualche modo l’incontro tra il lavoro di Roma e quello che Jorn ha portato avanti nel corso della sua permanenza nella casa di Albissola, trasformata in senso situazionista e selvaggio (con l’aiuto dell’amico e collaboratore Umberto Gambetta) tra il 1957 e il 1973.
Che la pittura sia un fenomeno “mentale” oltre che (o proprio perché) visivo, è chiaro agli artisti per lo meno a partire da Leonardo Da Vinci, e risalendo a ritroso fino a Matisse, inaugurando così fino ad oggi un secolo di ricerche d’avanguardia, che di volta in volta spezzano e ricuciono l’assunto modernista del progresso e della coerenza estetica evolutiva. Il lavoro di Alessandro Roma è stato scelto per interagire con gli spazi di Casa Museo Jorn proprio in virtù della sua connotazione concettuale in chiave pittorica, contesa tra il processo mentale di ricostruzione dell’immagine e quello decostruttivo della forma. Forma, processo, struttura (ma anche pittura, scultura e decorazione), sono categorie estetiche che Jorn ha sempre sfidato nei suoi testi teorici così come nelle prove artistiche quotidiane (prima fra tutte, la sua casa-giardino di Albissola). E dal momento che la riflessione pittorica di Roma – dal collage alla tela, dal tessuto alla ceramica, si tratta comunque di ricerca pittorica – parte sempre da un rapporto individuale e dialettico con la natura (dalla contemplazione all’analisi), la natura del giardino di Casa Jorn si offre, si ribalda, si rispecchia all’interno dello studio, che diviene ambiente modificato dall’intervento di un altro artista, parecchi anni dopo Jorn, che cerca nel processo sperimentale la ragione dell’espressione formale.
Un ulteriore elemento chiave in questa installazione è la temporalità: il fluttuare leggero e incontrollato delle sete nello spazio, in contrasto con la forma bloccata del processo ceramico, disinnesca la fissità cronologica dell’osservazione statica, contribuendo a generare un flusso leggero e costante. Anche per questo, il 6 ottobre la mostra si apre con l’incursione della lettura performativa dei versi di Emily Dickinson: le atmosfere romantiche evocate dalla poesia saranno veicolate dal suono di una voce proveniente dall’alto (Matilde Garulla).
Con il patrocinio e il contributo di Comune di Albissola Marina
In collaborazione con: Ceramiche G. Mazzotti 1903